martedì 27 febbraio 2007

Una doverosa precisazione:

Mi corre l’obbligo specificare che l’interesse verso sostanze e derivati che si evince da alcune pagine di questo sito è solo ed esclusivamente in funzione di un rigoroso quanto pragmatico e protocollare interesse medico scientifico.
Ogni deduzione di”simpatie”o di”permissivismo” che esulino da un taglio rigidamente psicofarmacologico non ha nulla a che vedere ne con gli intenti ne con il tipo di filosofia alla base di questo lavoro .
Fermo restando il rispetto per le libere opinioni nonché la circolazione delle medesime,null’ altro c’è alla base delle nostre intenzioni che non sia proporre all‘attenzione degli addetti ai lavori ipotesi di ricerca ufficiale.
Ho sentito l’esigenza di specificare quanto sopra non per gli operatori del settore che ben conoscono l‘approccio specifico ed il rigore di chi opera nel campo,ma per quanti al di fuori degli aspetti e delle competenze professionali potessero,grazie alla illimitata libertà di accesso che la rete offre,entrare in contatto con queste pagine volendo forzatamente leggerci tra le righe un atteggiamento riduttivo rispetto l’estrema pericolosità che certe sostanze hanno insite nella loro stessa struttura molecolare.
Nulla a che vedere con il loro auspicabile effetto farmacologico in ambito terapeutico strettamente codificato e riconosciuto.
Nessuna epopea piu’ o meno mascherata dello “sballo” .
L’unico vero sballo è la Vita nella sua estrema complessità .
Il vero “Viaggio” è l‘attraversarla nei suoi caleidoscopici effetti.
Tutto il resto è rischio inutile e riduzione.
Cordialmente,
Mauro Ciccozzi

sabato 24 febbraio 2007

Magic Weed - History of Marijuana & Medical Use of Cannabis

The film "Medical Use of Cannabis" will explain the medical use and working of the Cannabis Sativa plant, also known as marijuana or hemp. Scientists, patients, family doctor, a pharmacist, an anesthetist and a medicinal Cannabis producer, will give their view on the versatile plant and its medicinal working.


 



 Total runtime 40 minutes.

The Bicycle Ride

Animazione che racconte la scoperta del LSD da parte di Albert Hofmann


"The Bicycle Ride" is a whimsical depiction of Dr. Albert Hofmann's discovery of LSD. This cartoon was debuted at the recent "LSD Symposium" held in honor of Albert Hofmann's 100th birthday in Basel, Switzerland.


 


Animation by David Normal.


 

Delfini - Grandi pensatori

Dolphins - Deep Thinkers


In the BBC programme Wildlife on One: Dolphins - Deep Thinkers?, one of Lou Herman's dolphins, Akeakamai, watches David Attenborough on an underwater tv screen. No one could predict how she would react, but as soon as David appeared on the screen, she responded correctly to his sign language, and even had a go at imitating him. -- Source BBC.




Enjoy this BBC documentary, total running time 28 minutes.

 

ACID: The Secret History of LSD


Prendendo lo spunto degli articoli fin qui pubblicati alcuni cenni storici mi sembrano opportuni.
Vi segnalo il libro di David Black, di cui una breve recenzione in inglese.


David Black has contributed a long overdue new history of LSD that does not retread Martin Lee and Bruce Shlain's excellent Acid Dreams (1985) and does not fictionalize the topic like other recent books (Wisdom's Maw). ACID, in fact, is the first piece of substantial research and writing about the figure of Ron Stark, international drug supplier, since Stewart Tendler and David May's obscure book, The Brotherhood of Eternal Love (1984). Stark worked with the Brotherhood, ostensibly overseeing the transformation of acid consumption from recreational pleasure to international mafia marketing and black profiteering. Author Black sets out to track Stark's career and who was behind his emergence as an LSD don during this process. In so doing, he recounts among other things the experiences of Chicago born psychology and parapsychology student Steve Abrams, a major source for much of the information here. Abrams not only corresponded with Carl Jung about synchronicity in the late 1950s, but he was on hand as J. B. Rhine corresponded with Richard Nixon; lectured on ESP in Leningrad at the invitation of the neuroscientist Vailiev, whose work informed Lincoln Lawrence's Were We Controlled?; and started Arthur Koestler off in a direction that ended with Koestler teaming up with Tim Leary for a mushroom experience. Any reader who thinks this history has been mined for all of its pertinent and fascinating detail, concerning MKULTRA, the Human Ecology Fund, and most especially the criminal and entepreneurial activities of Stark, will be quite surprised by this book. In 1975 Stark was arrested on drug charges in Italy, and this book's chapter illuminates that period with new information on his P2 Masonic Lodge connections and Stark's prediction of the kidnapping and assassination of Italian PM Aldo Moro. ACID adds voluminous information about the "strategy of tension" during this period of Italian history, one so similar to the post-OKC Bomb US political climate, as noted and discussed in Len Bracken's recent work. As history and as sub-text to current affairs, this books makes an extraordinary contribution. It leaves open the possibility that Stark still may be alive. [An additonal note: The book's back cover calls Timothy Leary one of Mary Pinchot Meyer's former lovers, a claim that has not been made previously. Even Leary never suggested that he shared a girlfriend with JFK.]


Available from:


VISION Paperbacks — a division of Satin Publications Limited
20 Queen Anne StreetLondon W1M 0AY
E-mail: 100525.3062@compuserve.com

Sperimentare LSD

«BASTA TABÙ, L'LSD VA SPERIMENTATO DI NUOVO»

Tratto dal "Corriere della sera" del 15/04/2006


Nato come neurofarmaco è poi diventato una droga vietata per legge. Negli anni 60 ne facevano uso pittori e musicisti

Dopo 40 anni contrordine della rivista medica «Lancet»: a provarlo siano i ricercatori


di Riccardo Romani

NEW YORK
- Non è esattamente il tipo di consiglio che ti aspetti dal tuo medico di fiducia: «L’Lsd non è così male. Metterlo fuori legge è stato un grave errore». Però succede sul serio. La frase non è pronunciata da una rockstar un po’ sfiatata, bensì da un medico-editorialista piuttosto celebre, Richard Horton, e riportata da una delle più prestigiose riviste mediche, Lancet . Ci sono mode che non muoiono mai: l’Lsd torna dunque d’attualità, come i pantaloni a zampa di elefante, dopo che l’articolo ne ha decantato le proprietà terapeutiche. «Non parlo di un utilizzo ricreazionale, quanto di un uso con scopi scientifici. Gli scienziati potrebbero verificare gli effetti su loro stessi. Ma di sicuro la demonizzazione subita dalle droghe psichedeliche negli ultimi trent’anni, ha avuto il solo merito di frenare il progresso medico. Grazie ai ricercatori che in passato hanno assunto Lsd per scopi scientifici, abbiamo ottenuto grandi risultati».

La campagna pro Lsd non è una novità. Un altro celebre psichiatra, Ben Sessa, ne aveva decantato le potenzialità scientifiche pochi mesi fa quando si trovò a celebrare per i suoi cento anni Albert Hoffmann, lo scopritore di questa droga, che però spiegò che promuoverne l’uso personale sarebbe folle. «L’Lsd doveva essere la grande rivoluzione medica degli anni ’60 - dice Sessa - ma quel cambiamento fu silenziato senza tanti complimenti. La demonizzazione ha portato solo ad un assurdo regresso della ricerca medica».

Il movimento dei nostalgici dell’Lsd è folto e appoggia la propria campagna su basi solide: il principio contenuto nell’Lsd avrebbe effetti benefici su pazienti affetti da tumore, o su persone alle prese con le conseguenze dello stress post traumatico.

Il problema per parte dell’opinione pubblica è che, con lo stesso principio, si fabbricano milioni di pastigliette di exctasy destinate a lenire un altro tipo di stress. E infatti il punto è proprio questo: il messaggio di Lancet crea disagio per la paura che i giovani possano non coglierne il significato.

Negli Stati Uniti i consumatori illegali di Lsd sono per lo più i giovani tra i 16 e i 23 anni. L’identikit: un post adolescente bianco, che vive nelle periferie cittadine, dove gli scenari desolanti invitano a farsi qualche «viaggetto». Il mercato nero, dove si spacciano dosi tra i 20 e gli 80 microgrammi, resta piuttosto florido. E non c’è nulla di suggestivo o romantico nell’abusarne, perché gli effetti possono essere spiacevoli.

La Multidisciplinary association for psychedelic studies , sede in Florida, è tra chi respinge con forza le tesi di Lancet . Il medico-portavoce, Rick Doblin, ha una sua teoria: «Questa è propaganda che serve soltanto a confondere le idee ai nostri giovani. Grazie a queste esagerazioni, i ragazzi non sanno più quale sia la realtà».

Nonostante le resistenze, Richard Horton ritiene che questo sia il momento storico ideale per rimuovere le leggi che bloccano l’utilizzo dell’Lsd. Ma non sarà facile. Secondo il ministero della sanità americano, gli effetti negativi dell’Lsd sono ancora troppi rispetto ai pregi relativi alla ricerca scientifica. La legge in proposito è del 1968, ma l’amministrazione Bush non avrebbe nessuna intenzione di toccarla. Forse Lancet spera in una nuova rivoluzione culturale. Come quando Paul McCartney nel 1967 dichiarò di aver assunto Lsd e fu salutato da un applauso euforico. Forse è solo un’illusione.

Lsd contro il mal di testa

Riporto un articolo di Roberto Verrastro di Panorama Online (25/9/2006)


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Studiosi del centro di ricerca sull'abuso di alcol e droghe nel Massachusetts ne propongono gli effetti benefici relativamente delle cefalee più penose e temibili, come quella a grappolo

"Tempo fa, dopo la fine di , ho fatto un esperimento con l'Lsd 25, un farmaco usato dagli americani che riproduce sul piano sintetico la sostanza di certi funghi allucinogeni in uso nelle tribù messicane... Non posso dire gran che di ciò che mi accadde, ho pochi ricordi. So che per far cessare l'effetto mi dovettero fare un'endovenosa calmante... la mattina dopo mi svegliai come se niente fosse accaduto o quasi. Non ho voluto ascoltare le registrazioni di quello che ho detto, la vergogna ha vinto la curiosità: ma mi dicono che ho parlato per sette ore di seguito e camminato su e giù per la stanza senza fermarmi un momento".

Sono ricordi d'artista, interessanti non solo perché a parlare è Federico Fellini in un libro autobiografico pubblicato da Einaudi nel lontano 1980, Fare un film; ma anche perché si tratta di una testimonianza d'autore di come negli anni '60, ai quali risale appunto la pellicola del 1963 citata dal regista riminese (fu tra quelle che gli valsero l'Oscar), il dietilamide-25 dell'acido lisergico, più semplicemente noto come Lsd, da un lato attirava l'interesse di numerosi artisti quale mezzo utile a stimolare la creatività, dall'altro poteva ancora essere definito un farmaco, in quanto non furono pochi gli psichiatri che lo sperimentarono a scopo terapeutico fino al 1967, quando fu messo al bando negli Stati Uniti e poi in molti altri Paesi come una delle più pericolose sostanze stupefacenti, destinate a diventare uno dei simboli, e delle tragiche realtà, della rivolta giovanile dei decenni successivi.

LSD BUONO?
Ora, per la prima volta nell'ultimo quarantennio, l'Lsd riconquista la scena nella sua veste potenzialmente buona e presentabile, grazie a un articolo pubblicato da Neurology, la rivista dell'Accademia americana di neurologia, nel quale Andrew Sewell, John Halpern e Harrison Pope, del centro di ricerca sull'abuso di alcol e droghe del McLean Hospital di Belmont, nel Massachusetts, ne ripropongono le attitudini benefiche relativamente alla terapia del mal di testa, non tanto nelle sue forme banali a tutti note e di solito aggredibili con una qualsiasi delle molte pillole in commercio, ma nella sua variante più penosa e temibile, nota come cluster headache, la cefalea a grappolo. Quest'ultima colpisce soprattutto gli uomini, ed è caratterizzata da attacchi raggruppati in un periodo di tempo circoscritto, normalmente tra i due e i tre mesi all'anno, all'interno dei quali gli attacchi stessi si manifestano con regolarità quasi cronometrica, anche fino a otto volte al giorno, con una durata che nei casi più fortunati si limita a un quarto d'ora, mentre in quelli più gravi può raggiungere le due ore.
La sensazione di dolore è molto acuta e simile alla percezione di pugnalate o martellate al cranio, al punto che si sono già registrati casi di pazienti spinti al tentativo di liberarsene con il "rimedio" estremo del suicidio.

Poiché negli ultimi anni si erano diffuse su alcuni siti internet le storie di pazienti che sostenevano di essere riusciti a procurarsi fino a sei mesi di completa remissione del disturbo di cui soffrivano in forma cronica con il ricorso all'Lsd o alla psilocibina, ingrediente psicoattivo dei funghi magici, ovvero funghi prataioli allucinogeni esistenti in numerose varietà, i ricercatori americani hanno deciso di ricostruire attentamente il quadro clinico di 53 pazienti sparsi per il mondo che avevano pensato di sperimentare questa soluzione non troppo ortodossa, servendosi di una o, alternativamente, di entrambe le sostanze.
Ne è scaturito il risultato sorprendente che esse si sono rivelate più utili a prevenire i futuri attacchi di cefalea a grappolo rispetto ai farmaci attualmente in uso, con una percentuale di successi che a prima vista pare considerevole: 24 volte su 26 la psilocibina ha fatto subito cessare gli attacchi; in 25 casi su 48 la stessa sostanza ha provocato la cessazione del ciclo di manifestazione degli attacchi, effetto che l'Lsd ha causato addirittura in 7 casi di assunzione su 8; 18 volte su 19 la psilocibina e 4 volte su 5 l'Lsd hanno condotto alla remissione della durata del ciclo di manifestazione del disturbo.

Sewell e colleghi si tengono però saggiamente alla larga dal suggerire l'autoterapia di questa e altre patologie attraverso sostanze che è bene continuare a considerare ciò che realmente sono, cioè stupefacenti.
Essi stessi ammettono che il rischio principale insito nella loro analisi retrospettiva sia quello che i pazienti presi in considerazione abbiano taciuto i casi in cui l'Lsd potrebbe invece aver prodotto i ben noti effetti nefasti che gli hanno procurato la sua fama negativa, dalle allucinazioni alle alterazioni della memoria che mettono in serio pericolo chi ne fa uso.

SOSTANZA DA STUDIARE
Da un punto di vista scientifico i ricercatori statunitensi ne ricavano piuttosto un'esortazione a decifrare i meccanismi attraverso i quali l'Lsd, in quantità e modalità di somministrazione ancora tutte da stabilire, è in grado di produrre questi effetti terapeutici sulla cefalea a grappolo.
La strada alla sperimentazione clinica dell'Lsd e della psilocibina è giustificata anche dal fatto che la loro struttura chimica è simile a quella di neurotrasmettitori naturali come la serotonina che, attraverso l'azione sulla funzionalità dei vasi cerebrali, ha un ruolo rilevante negli attacchi di emicrania, e lo stesso Methysergide, uno dei farmaci convenzionali nel trattamento della cefalea a grappolo, venduto con i nomi commerciali di Sansert e Deseril, presenta notoriamente una struttura molecolare molto simile a quella dell'Lsd, al punto che è in grado di riprodurne gli effetti allucinogeni.
Circostanze che fanno dichiarare anche a Peter Goadsby, studioso della cefalea a grappolo presso l'Istituto di neurologia dello University College di Londra, citato da Arran Frood su Nature, che "sembra ci siano molte persone che ritengono di averne tratto giovamento, quindi è ragionevole tenerlo in considerazione".
Se questo sia oppure no l'inizio dello sdoganamento dell'Lsd dopo decenni di interdizione, volto a farne ciò che ancora non è, cioè un farmaco, lo rivelerà il finale del film.

STATI MODIFICATI DI COSCIENZA E ALLUCINOGENI

Percorso di studio e lettura con Giorgio Samorini – Mag./Giu. 200


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I° INCONTRO


 


La premessa che Giorgio Samorini introduce, all’apertura del seminario (che si svolge in 5 incontri di 3 ore ciascuno), costituisce il terreno sul quale questa nuova formula del "percorso di lettura", con abbondante distribuzione di materiale, schede informative, fotocopie e appunti, prende avvio.


La premessa è quella di un approccio di tipo fenomenologico verso l’argomento "droga", che considera l’utilizzo di sostanze psicoattive da parte dell’uomo, come una costante transculturale, separandola quindi, dai suoi aspetti problematici e di abuso.


Si tratta di recuperare la Scienza delle Droghe, di cui si occupò Paolo Mantegazza nel 1871, che negli "alimenti nervosi", cioè che nutrono i nervi, inserì, per primo in Italia, gli alimenti alcaloidi, alcolici ed aromatici.


La Scienza delle Droghe, a differenza della Scienza dell'Alimentazione edella Scienza della Formazione (che a quei tempi indagavano negli stessicampi), è poi scomparsa, e la letteratura successiva, che parte dagli anni ’60, è prodotta da pochi "psiconauti" (o, in California, "basement shamans"), sperimentatori solitari e rari (attualmente sono circa 200 nel mondo) che, attraverso un approccio e metodologie scientifiche, effettuano ricerche e documentano esperienze, utilizzando strumenti come l’asse delle dosi, le curve e le formule esperienziali.


 


La diffusione di specie vegetali psicoattive in zone in cui erano dapprima sconosciute, è già un fenomeno attuale (su circa 1500 specie psicoattive, in Italia ne vengono utilizzate 70/80) ed è destinata ad aumentare velocemente nei prossimi anni.


Tramite i media ed Internet, la globalizzazione ha reso tutti potenziali consumatori di qualunque sostanza. Un aspetto problematico di questo fenomeno, è che la droga arriva, senza portare con sé il contesto culturale (e spesso rituale) in cui nasce, la conoscenza specifica che riguarda i dosaggi , il set and setting, ecc., e che provoca all’inizio un vero e proprio sfasamento.


E’ questo il motivo per cui il primo impatto con una nuova droga, è sempre devastante a livello sociale, si nota un picco iniziale, che si assesta solo con il tempo e con la conseguente ottimizzazione dell’uso.


Questo processo di picco-assestamento, è costante, ma è anche influenzato da diverse variabili (ad esempio, dopo l’attacco mass-mediatico all’ecstasy, qualche anno fa, il picco è velocemente risalito, e tuttora si avverte la scia di quell’onda.


A partire dai dati sul proibizionismo e sulla liberalizzazione di piante come cacao, vaniglia, tabacco, caffè, viene formulata la teoria dell’"addomesticamento della molecola selvaggia", secondo la quale la tolleranza verso le droghe, così come a livello individuale, si crea anche a livello sociale, tanto da annullarne gli effetti, e a quel punto avverrebbe la liberalizzazione. Molte piante, a tutti gli effetti droghe, sono passate attraverso questo processo, e forse attualmente la cannabis si trova sulla stessa strada (?)


 


Fra le nuove categorie di assuntori di droghe, ci sono i poliassuntori, tipologia però altamente eterogenea. Le diverse tipologie vengono definite in base a: motivazioni di base della ricerca dell’esperienza, ambiente esperienziale preferito (o forzato), droghe preferite, droghe di "contorno", droghe considerate tendenzialmente antagoniste alle droghe preferite, livello di conoscenza delle droghe, livello di ascolto degli effetti, approccio agli effetti collaterali, tendenza alle combinazioni.


Oltre agli Psichedelici, categoria nata negli anni ’60 e tuttora presente, caratterizzata dalla motivazione dell’"allargamento della coscienza", e differenziati a loro volta in "lisergici"( con preferenza per gli allucinogeni, in particolare LSD), e "psilofagi" (che prediligono l’utilizzo dei funghi, dei quali fanno spesso un uso "cultuale"); una categoria a parte, è costituita dagli Psiconauti, di cui da alcuni viene considerato "padre" A. Shulgin, lo scopritore dell’MDMA, motivati dalla sete di conoscenza e caratterizzati dalla predilezione per qualunque droga sconosciuta, da un livello di conoscenza della sostanza molto elevato, dalla ricerca di documentazione specifica, fino all’elaborazione di scale metriche esperienziali e, a differenza, per esempio, dei Technologici, che nei ritrovi rave fanno inconsapevolmente, combinazioni fra sostanze mai sperimentate prima, dalla piena consapevolezza del proprio ruolo di "pionieri".


Fra i nuovi assuntori, è in formazione la figura dell’Ecologico, in qualche modo connesso al movimento New Age, rispetto all’approccio verso la droga, che è appunto, di tipo "ecologico". L’Ecologico va negli "smart shops", dove trova anche le "party pills", composti integratori creati per ridurre i danni fisici dell’ecstasy.


La motivazione di base dell’assunzione della droga da parte dell’Eroinomane, è invece notevolemte diversa; consisterebbe nel tentativo di coprire l’ipersensibilità caratteriale e nel raggiungimento di un’autostima tollerabile. Viene anche menzionata l’ipotesi secondo la quale i tossicomani si "automedicano" per supplire una carenza congenita di endorfine.


Da notare il fatto che, per quanto riguarda la tendenza ad escludere alcune droghe, considerate in "contrapposizione simbolica", gli Psichedelici e gli Eroinomani, sono agli opposti. Infatti, la droga antagonista dei primi è rappresentata dagli oppiacei, così come spesso l’Eroinomane ha una vera e propria avversione per gli allucinogeni.


 


A questo punto Roberto Freak Antoni, leader del gruppo musicale degli Skiantos negli anni ’70, introduce gli argomenti che approfondirà nella serata dedicata all’anno 1977 a Bologna, di cui sarà il relatore e a cui purtroppo non potrò partecipare.


Tratterà del periodo di grande trasformazione che ha interessato tutto il mondo della creatività e della cultura, a partire dal maggio francese del 1968, e che, particolarmente a Bologna, viene identificato con l’anno 1977, anno in cui vede la nascita il "movimento", che coinvolge ed influenza gli scenari politici (con la contestazione e la nascita di molti gruppi extraparlamentari, del movimento femminista, studentesco, dell’orgoglio omosessuale), musicali (dall’influenza punk-rock inglese dei Clash e dei Sex Pistols, dei Ramones ecc. dagli USA, dalla nascita del reggae), dell’ editoria (con i fumetti di Andrea Pazienza ecc, le fanzine), e vede modificarsi anche gli scenari che riguardano il consumo di droga e lo stretto rapporto fra sesso/droga e rock’n roll.


 


II° INCONTRO


Oggi si parla di droghe vegetali, l’interesse è già molto forte e vivace fin dall’inizio, anche perché appena entriamo nella sala della Biblioteca Minguzzi, dove si svolge il seminario, sul tavolo troviamo un bellissimo esemplare di Salvia Divinorum e diverse boccette e pacchettini che incuriosiscono un po’tutti.


Samorini comincia a parlare dei funghi allucinogeni, facendo circolare tra le persone alcune cappelle di Amanita Muscaria essicata (e…disattivata, precisa fra le risatine dei molti "estimatori" presenti) e piccole Psilocybe semilanceata.


I funghi sembrano costituire un tabù di derivazione antropologica. In particolare, proprio l’Amanita muscaria è stata vittima di vere e proprie "campagne di persecuzione", pur non essendo di per sé mortale (la dose letale di Amanita fresca, va dai 5 ai 30 Kg!) e dall’Amanita spesso rifuggono gli stessi psilofagi. I casi di forte intossicazione sembrano in realtà dovuti ad un uso accidentale o improprio.


Il concetto di "uso", "abuso", "uso improprio", verrà ribadito spesso, durante il seminario, e costituisce una vera innovazione, essendo il contesto scientifico nel quale si applicano ed utilizzano strumenti come l’asse delle dosi e le formule esperienziali. L’area di definizione di uso improprio ed abuso, formulata da Samorini, viene distinta in base a 5 variabili: la quantità di droga assunta nell’esperienza, il tempo trascorso fra un’esperienza e l’altra, eventuali combinazioni con altre droghe, set e setting. Il non rispettare le dosi massime, i tempi di recupero fra un’esperienza e l’altra, eventuali combinazioni fra sostanze, determinano e delimitano gli abusi (acuti e cronici). L’inadeguatezza del set e del setting, determinano l’uso improprio. Nella valutazione, devono essere presi in considerazione anche la tolleranza e l’assuefazione che una data sostanza può indurre. Spesso, a determinare esperienze sgradevoli, sono soprattutto "errori tecnici". Uno dei casi più frequenti di uso improprio, per esempio, con l’Amanita muscaria, è l’assunzione allo stato fresco, fase in cui la tossicità è molto più elevata.


Oltre 120 specie di funghi psicoattivi crescono in natura, e la loro coltivazione si è diffusa in Europa a partire dagli anni ’80. Sono quindi reperibili tutto l’anno, soprattutto Psilocybe-Stropharia cubensis, Panaeleous cyanescens ed altre specie. La Psilocybe Semilanceata è la più diffusa in Italia, ed è uno dei 5 funghi più potenti al mondo. Viene sfatato il "mito" secondo il quale la Psilocybe sarebbe una specie stercoraria (essendo quest’ultima una specie rara in Italia, e con Psilocibina latente).


Nell’ambito di un approccio da "psiconauti scientifici", ci vengono forniti a questo punto gli "strumenti di lavoro", da applicare ad un evento esperienziale con una sostanza o con una pianta.


L’esperienza con una sostanza può essere analizzata tenendo conto di 2 variabili: l’intensità dell’effetto (asse y) e il tempo (asse x). In tutti i casi si individua un tempo di salita (attesa), un tempo di alterazione neurochimica, e una discesa. L’asse dell’intensità dell’effetto, parte da un grado zero, lo stato ordinario di coscienza, al quale si ritorna alla fine dell’esperienza.


E’ possibile applicare quest’asse a qualunque sostanza e costruire in questo modo una scala esperienziale personalizzata. Partendo da dosaggi molto bassi, e considerando le variabili dei tempi di salita e degli effetti, si arriva a calibrare la propria dose. Viene quindi individuata la dose soglia, bassa, ecc, fino alla dose massima e letale.


L’asse delle dosi e la curva esperienziale vengono riutilizzate quando si affronta il tema dell’Ayahuasca, la bevanda allucinogena amazzonica, ottenuta dalla sinergia fra MAO-Inibitori e Dimetiltriptamina (DMT), contenuti gli uni nella scorza della liana Banisteriopsis caapi e il DMT nella Psychotria Viridis. Alcaloidi beta-carbolinici MAO-Inibitori, come l’armina ed altri, sono contenuti anche in diverse altre specie vegetali, oltre Banisteriopsis caapi, soprattutto nei semi di Peganum Harmala (ruta siriaca). Acacia Phlebophylla, Mimosa Hostilis, Phalaris Aquatica ecc., contengono invece le triptamine. Si parla in questo casi di Anahuasca, combinazione di piante che riproducono la formula dell’Ayahuasca. Fonti vegetali, ma anche chimiche ( in questo caso, farmahuasca) che rispecchiano la stessa formula dell’Ayahuasca . 


Esiste anche la "Fungohuasca" (psilocybe+MAO-I) e l'"Endohuasca", cioè la produzione di DMT all'interno del corpo umano, da parte della ghiandola pineale e "attivata" (o meglio, non più MAO-inibita) dalla pinolina, anch'essa prodotta dalla ghiandola pineale, e che è una beta-carbolina (come l'armina e l'armalina).E' stato ipotizzato che questo meccanismo possa stare alla base del processoonirico, cioè che i sogni potrebbero derivare dall'azione dellaDMT,disinibita grazie alla pinolina.


Salvia Divinorum viene presentata attraverso un articolo su questa particolare pianta psicoattiva messicana, pubblicato di recente in Italia. Viene messo in rilievo il fatto che il salvinorin-A, estratto dalla Salvia D., è attualmente il composto più potente al mondo, e quindi la potenziale pericolosità dell’estratto stesso, al di fuori dei set e setting adeguati e di opportuna assistenza.


Vengono poi citate alcune Solanacee, come la Datura stramonio, l’Atropa Belladonna ed altri delirogeni, per sconsigliarne l’uso sempre e comunque, essendo molto frequenti i casi di irreversibili danni fisici e/o psichici, ed essendo la dose letale troppo ravvicinata alla dose di soglia, cioè quella in cui si iniziano a percepire gli effetti di una droga.


 


Alla fine di questo incontro, Samorini fa un regalo molto apprezzato da tutti noi, il suo libretto di studi sugli "Animali che si drogano", di cui avevo solo letto un estratto tempo fa su "Re nudo".


Pare che negli ultimi mesi, alcune ricerche abbiano ulteriormente dimostrato come questo comportamento di ricerca di sostanze inebrianti, sia diffuso fra moltissime specie animali, compresi numerosi insetti…


 


III° INCONTRO


 


Il tema di questo incontro è "le droghe di sintesi", il discordso sull’LSD 25 parte dal rilevare che la dose media si aggira intorno agli 80 microgrammi e che la dose di acido che può essere contenuta in un trip ("cartone") può variare dai 50 fino ai 300 microgrammi. La gestione dell’esperienza, non è quindi facile, né priva di rischi. Mentre per alcuni l’esperienza con LSD può ed ha rappresentato uno strumento di rivelazione e di presa di coscienza, per altri, questo evento può essere sconvolgente. In particolare, il rischio di "bad trip", che nella maggiorparte dei casi termina con l’effetto allucinogeno dell’acido, a volte può scatenare latenze psichiatriche e dar luogo a problemi duraturi. Un bad trip "maligno", cioè permanente, è tuttavia abbastanza raro, ed è riconoscibile da alcuni segnali, come l’ipercinesi e lo spogliarsi dei vestiti, ma soprattutto da un non ritorno allo stato di coscienza ordinario, anche dopo che l’effetto dell’acido è finito.


Il soccorso immediato e il trattamento farmacologico, in questi casi , sono assolutamente necessari, è assodato che spesso molti problemi durante l’utilizzo di sostanze, sono dovuti alla mancanza di cure immediate, a volte anche all’abbandono a se stessa, della persona in crisi. Samorini racconta un episodio che gli è capitato in qualità di "assistente d’emergenza" in alcuni casi di bad trip in cui veniva richiesto il suo aiuto, e dice che, a volte, la soluzione più funzionale è stata quella di legare la persona con una fune, finche la crisi non fosse terminata, per evitare (come spesso capita), che si faccia involontariamente del male.


Il bad trip è caratterizzato da uno sfasamento interpretativo della realtà consensuale (a volte, 2 o più livelli di interpretazione, si alternano velocemente), e da un continuo cambiamento sensoriale, si innesca spesso durante la "salita" (la fase più delicata in qualsiasi esperienza con sostanze psicoattive) dell’effetto dell’ LSD. Da qui, l’importanza della "preparazione" e dell’"ascolto" della sostanza, del controllo dei dosaggi e della qualità. L’LSD è facilmente deteriorabile, e la quantità di principio attivo contenuta nei "cartoni", spesso variabile.


Per ridurre i rischi di "bad trip", può essere utile la frammentazione delle dosi, ma se si verifica, questo evento dovrebbe del tutto fermare da ulteriori sperimentazioni con LSD.


 


Si affronta poi l’argomento "empatogeni", cioè quelle sostanze che favoriscono il rilascio di alcuni neurotrasmettitori (serotonina, dopamina, ecc.)e che stimolano l’empatia e la comunicazione. Degli empatogeni fanno parte, tra gli altri, l’ MDMA (ecstasy), l’MDA (la "hug drug" americana), l’ MDEA.


I rischi cui vanno incontro i consumatori abituali di ecstasy non dipendono solo dall’abuso, ma spesso dalle poliassunzioni, cioè dal consumo di ecstasy e altre droghe contemporaneamente.


Anche se un operatore fa rilevare che i casi mortali dovuti sicuramente all’ecstasy sono 2 in Australia e 1 negli USA, e che in tutti e tre i casi si trattava di soggetti lasciati soli, in crisi, per ore, è provato che abusi di MDA (così come di amfetamine), hanno prodotto casi di demenza e invecchiamento precoce.


Altri empatogeni, meno noti in Italia, sono il 2CT-7 (che è poi un vero e proprio allucinogeno), il 2CB, potente afrodisiaco (considerato un "entactogeno", per l’elevata sensibilità tattile che produce).


Aspettare i tempi di recupero fra un’esperienza e l’altra (per l’ecstasy vengono considerati almeno 30 giorni), sembra essere una variabile molto influente nella valutazione dell’evento. Risulta anche un caso recente di assuefazione all’MDMA.


 


La ketamina, molto diffusa attualmente nei rave e in altre situazioni, presentata comunemente come "anestetico", si dimostra in realtà una potente sostanza psichedelica, in grado di modificare profondamente lo stato di coscienza e di provocare forti stati dissociativi.


Viene utilizzata per iniezione intramuscolo, per via orale o nasale, e a forti dosaggi, ha provocato NDE (esperienze di pre-morte) e spesso di OBE (esperienze di uscita dal corpo).


Nonostante la potenziale pericolosità (in particolare, in combinazione con alcool, barbiturici, Valium), viene ricordato che la ketamina si è dimostrata molto efficace nel trattamento dell’alcolismo e delle tossicodipendenze.


 


Il GHB, sostanza rara in Italia e più nota con il nome di "ecstasy liquida", è spesso ricercata per i suoi potenti effetti afrodisiaci, è una sostanza che può indurre dipendenza e può creare problemi in associazione ad una quantità di alcool anche minima. E’ risultato infatti molto efficace nel trattamento dell’alcolismo.


 


In questi ultimi anni, si sta diffondendo in Italia anche l’uso non-terapeutico di sostanze nootropiche ("che agiscono sulla mente"). Si tratta di sostanze utilizzate generalmente in alcune terapie dei disturbi mentali, e al di fuori di questo contesto, impiegate per migliorare la memoria, la concentrazione e l’apprendimento.


L’utilizzo di nootropi si inserisce in quel fenomeno di formazione di nuove categorie di assuntori, per i quali i concetti di "drogato" e "effetto di una droga", risultano limitati. I nootropi sono diffusi principalmente in ambienti universitari, il periodo di assunzione (assunzioni quotidiane, in media per un paio di mesi) fra i giovani, si discosta di poco da quello prescritto in terapia. Le sostanze più comuni nella composizione dei nootropi sono il Piracetam, l’Idergina, la Vasopressina.


 


Questa serata, molto interessante e intensa, si conclude parlando delle "posizioni per partire", cioè le posizioni ottimali del corpo, da assumere all’inizio dell’esperienza con una sostanza, che sono risultate essere una variabile molto importante nell’evento, per esempio con la ketamina, con la DMT e (n.d.r.) con la Salvia Divinorum.


 


IV° INCONTRO


 


L’argomento di cui si parlerà oggi, che è l’ultima giornata di questo "percorso di lettura" con Giorgio Samorini, sono le poliassunzioni ed i MAO-Inibitori.


I rischi connessi all’utilizzo di combinazioni di droghe, sono principalmente di 2 tipi: il primo è la quasi totale mancanza di conoscenze scientifiche sulle nuove combinazioni (quello che si conosce, viene dal racconto degli stessi utilizzatori), e poi i rischi specifici di ciascuna combinazione.


Alcune di queste, sperimentate da un numero crescente di consumatori, si dimostrano molto problematiche. Una di queste è la combinazione MDMA+ketamina, considerate dagli utilizzatori come "complementari", venendo l’MDMA ad attenuare la forte componente asociale della ketamina, o viceversa, la ketamina utilizzata volontariamente per "sedare", dopo forti abusi di eccitanti od empatogeni. Proprio quest’ultimo comportamento, pare strettamente collegato a diversi problemi tossicologici e sociali (ad esempio, l’aumento degli incidenti stradali del "sabato sera").


Altre combinazioni vengono ricercate specificatamente, in alcuni particolari ambienti, per l’attività sessuale, in particolare ecstasy (MDMA)+2C-B. Anche l’associazione droga/sesso è, infatti, in continuo aumento ed espansione (in Indonesia, il turismo sessuale ha portato l’MDA, e conosciamo tutti la notorietà che ha avuto il Viagra).


Alcune altre combinazioni si sono dimostrate fortemente pericolose, come i barbiturici e l’alcool, gli antidepressivi con i MAO-I, amfetamina ed efedrina, efedrina ed ecstasy, ecc.


 


I MAO-Inibitori sono delle sostanze il cui uso improprio può renderle estremamente pericolose. Forse è per questo che, già nella serata dedicata all’Ayahuasca, Samorini aveva mostrato un certo timore e molta prudenza, nell’affrontare l’argomento dei MAO-I, il cui utilizzo non terapeutico è relativamente nuovo, e certamente non volendo Samorini rappresentare un "promotore di novità". La loro diffusione, in continuo aumento fra i giovani, e la quasi totale mancanza di informazioni a riguardo, è tuttavia innegabile, e questo fatto rende, a mio avviso, fondamentale, il contributo di chi condivide le poche informazioni disponibili.


La MAO (Mono-Ammino-Ossidasi) è un enzima del corpo umano che controlla l’attività di alcuni neurotrasmettitori e che, nel tratto gastrico, disattiva potenziali sostanze tossiche presenti negli alimenti (le ammine). Questo enzima può essere disattivato (temporaneamente o irreversibilmente- fino a quando il corpo non costituisce nuove molecole MAO-) attraverso sostanze vegetali o sintetiche, cioè i Mao-Inibitori. L’inibizione della MAO comporta una maggiore esposizione a varie sostanze tossiche e alle droghe psicoattive.


I MAO-I infatti potenziano anche di molto gli effetti di eccitanti, empatogeni, amfetamine, efedrina e mescalina, e l’assunzione in associazione con queste sostanze, ha spesso provocato l’insorgenza di gravi crisi ipertensive. Particolarmente controindicata, è la combinazione di MAO-I con antidepressivi quali Prozac, Zoloft, ecc.


Alcune altre combinazioni si stanno diffondendo da alcuni anni fra "psiconauti", come l’assunzione di funghi psilocibinici+MAO-I ("fungohuasca" o "psilohuasca"). Gli effetti dei funghi aumentano, e il plateau si prolunga di almeno 2 ore.


Per gran parte delle droghe comuni, l’effetto potenziatore della combinazione con un MAO-I, risulta comunque un’esperienza sgradevolissima e molto rischiosa.


 


E’ riportata anche la combinazione di MAO-I (dai semi di Peganum Harmala)+LSD, come potenziatore degli effetti lisergici. In entrambi i casi, se le dosi della droga non vengono almeno dimezzate, è alto il rischio di reazioni avverse e problematiche.


 


Il seminario termina, mentre sfogliamo i numerosi e bellissimi libri della biblioteca personale di Giorgio Samorini ("Sacred Mirrors" di Alex Grey, "100 specie psicoattive" di Cristian Ratsch, "Plants of gods" di Hoffman, "The essential psychedelic guide" di DM Turner, e volumi di J. Ott, S. Grof, ecc.) , viene distribuito un questionario in cui ci vengono richieste opinioni e valutazioni sull’esperienza del percorso di lettura.


Personalmente, ho visto i partecipanti molto coinvolti, sia i numerosi operatori Sert, sinceramente e apertamente bisognosi di conoscenza, al lavoro in uno scenario in così veloce trasformazione, della cui approfondita analisi scientifica si occupano solo Samorini e pochi altri e il cui impegno ritengo particolarmente prezioso.


Molto interessato e soddifatto anche chi, come me, ha partecipato al seminario non come formazione professionale, ma mosso dal desiderio personale di conoscere ed imparare su questo tema delle modifiche allo stato di coscienza, tramite l’utilizzo di sostanze vegetali o chimiche.

BREVE STORIA DELLA PSICOLOGIA TRANSPERSONALE (articolo lungo)

Desidero riportare un articolo di Stanislav Grof, uno dei fondatori e principali teorici della Psicologia Transpersonale. Consigliamo la lettura a chi vuole avere una prima idea della Psicologia Transpersonale; in bibliografia, a fondopagina, sono indicati vari testi per approfondire l'argomento; cenni anche alla ITA Associazione Transpersonale Internazionale. Particolarmente  importante e' la critica benevola e costruttiva portata alla sistematizzazione di Ken Wilber da un punto di vista clinico.


Si ringrazia AIPT


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BREVE STORIA DELLA PSICOLOGIA TRANSPERSONALE


Verso la metà del ventesimo secolo, la psicologia americana era dominata da due scuole importanti , Il comportamentismo e la psicologia freudiana.   
La crescente insoddisfazione riguardo questi due orientamenti che non chiarivano in modo adeguato la natura della psiche umana condusse allo sviluppo della psicologia umanistica. Il portavoce principale e maggiormente rappresentativo di questa nuova corrente è stato il noto psicologo americano Abraham Maslow
 Egli offriva una critica incisiva dei limiti del comportamentismo e della psicoanalisi, ossia rispettivamente della prima e della seconda forza in psicologia, ,come era solito definirle, e formulò  i principi di un nuovo approccio alla psicologia   (A. Maslow).
 L'obiezione  principale di Maslow al comportamentismo riguardava lo studio degli animali, quali ad esempio il ratto e il piccione; egli  evidenziò i  limiti di quegli studi  sottolineando che  essi possono solo contribuire a chiarire  quegli aspetti del funzionamento umano che noi condividiamo con questi animali, ma non hanno  alcuna rilevanza per la comprensione di qualità più elevate  squisitamente umane, specifiche della natura umana, quali l’amore, l’autocoscienza, l’autodeterminazione, la libertà personale,la moralità, l’arte, la filosofia, la religione e la scienza. Tali studi sono inoltre relativamente inutili rispetto ad altre caratteristiche negative specificamente umane, quali l’avarizia, il desiderio di potere, la crudeltà, e la tendenza  all’ “aggressione maligna"
 Maslow  nella sua critica ha inoltre rilevato il disinteresse dei comportamentisti per la coscienza e l’introspezione ed il loro concentrarsi esclusivamente sullo studio del comportamento ; il loro interesse si focalizzava  con enfasi sull’effetto determinante dell’ambiente, sui meccanismi di stimolo/risposta e di ricompensa/punizione; questa visione venne sostituita nella psicologia umanistica con  una  focalizzazione sulla capacità individuale dell’essere umano di essere interiormente motivato a realizzare se stesso e a sviluppare  il proprio potenziale .
 L'interesse primario della psicologia umanistica, la terza forza di Maslow, si concentrava sui soggetti umani, e questa disciplina  teneva in alta considerazione  la coscienza e l’introspezione come importanti complementi dell’approccio oggettivo  alla ricerca.
 Nella sua critica alla psicoanalisi, Maslow indica come Freud e i suoi seguaci traessero conclusioni circa la psiche umana principalmente dallo studio della psicopatologia: egli non era d’accordo con il loro   “ riduzionismo biologico”  di tutti i processi psicologici  ad istinti di base .
 La psicologia umanistica, d’altra parte, si concentrava su popolazioni sane, o persino su individui che mostravano  funzionamenti supernormali in varie aree  (" gli individui più evoluti  fra la popolazione” di (Maslow), sulla crescita , sul potenziale umano e sulle funzioni più alte della psiche.
 Inoltre ha enfatizzato che la psicologia deve mostrarsi sensibile ai bisogni umani pratici e servire interessi e obiettivi importanti della società umana.    Alcuni anni  dopo Abraham Maslow ed Anthony Sutich fondarono l'associazione per la psicologia umanistica (AHP) e la sua rivista omonima.
 Il nuovo  movimento diventò estremamente popolare fra i professionisti del settore medico-sanitario americano della salute mentale e anche fra il grande pubblico.
 La prospettiva  multidimensionale della psicologia umanistica e la sua enfasi sulla persona nel suo complesso, ha fornito un  ampio contenitore per lo  sviluppo di un ricco  spettro di  nuovi approcci  terapeutici efficaci che  hanno notevolmente espanso la gamma di possibilità nell’occuparsi di problemi emozionali, psicosomatici, interpersonali e psicosociali.
 Una delle qualità importanti di queste nuove terapie è stata quella di determinare uno spostamento decisivo dalle strategie esclusivamente verbali della psicoterapia tradizionale, verso una modalità di espressione diretta delle emozioni, dall’esplorazione della storia individuale  e della motivazione inconscia, verso le sensazioni ed i processi di pensiero dei clienti nel qui ed ora
 Un'altro aspetto  importante di questa rivoluzione terapeutica è stato il focalizzarsi sull’interconnessione fra psiche e  corpo  e il superamento  del tabù del “contatto fisico” che precedentemente dominava il campo della psicoterapia;  varie forme di lavoro sul corpo sono quindi venute a costituire una parte integrante delle nuove strategie di trattamento. 
 
 La terapia Gestalt di Fritz Perls, la bioenergetica di Alexander Lowen ed altri metodi neo-reichiani, i gruppi di incontro e le sessioni-maratona, possono venire qui menzionate come esempi salienti di terapie umanistiche.
 Nonostante  la popolarità della psicologia umanistica, gli stessi fondatori, Maslow e Sutich, divennero sempre più insoddisfatti della struttura concettuale che avevano originariamente generato.
Divennero  sempre più consapevoli di aver tralasciato un elemento estremamente importante: la dimensione spirituale della psiche umana (Sutich).        
 La rinascita  di interesse  verso le varie tradizioni mistiche, la meditazione, la saggezza antica ed aborigena e le filosofie orientali, come pure la diffusa sperimentazione psichedelica durante i tempestosi anni ’60, rese assolutamente chiaro che una psicologia esaustiva ed interculturale, per essere  completa, dovesse includere osservazioni da aree quali stati mistici, coscienza cosmica, esperienze psichedeliche, fenomeni di trance, creatività ed ispirazione religiosa, artistica e scientifica.
Nel 1967 un piccolo gruppo di lavoro comprendente Abraham Maslow, Anthony Sutich, Stanislav Grof, James Fadiman, Miles Vich, e  Sonya Margulies si incontrò a Menlo Park in California, con l’intento di creare una nuova psicologia  che onorasse l'intero spettro dell’ esperienza umana, inclusi vari stati di coscienza non-ordinari.                                           
Durante queste discussioni Maslow e Sutich seguirono il suggerimento di Grof e chiamarono la nuova disciplina "psicologia transpersonale".   
Questo termine prese il posto dell’appellativo originario "transumanistica" o “rivolta oltre le questioni umanistiche”. Subito dopo formarono l’Associazione di Psicologia Transpersonale (ATP) e pubblicarono il Giornale di Psicologia Transpersonale.
Parecchi  anni dopo, nel 1975, Robert Frager fondò l’Istituto (Californiano) di Psicologia Transpersonale a Palo Alto, che è rimasto la punta di diamante  nei settori dell'educazione, della ricerca e della terapia Transpersonale per oltre trent’anni. La psicologia transpersonale, o quarta forza, ha messo in luce  alcune delle maggiori concezioni errate  nei filoni psichiatrici e psicologici principali.                                                                                        
Ha inoltre risposto ad osservazioni importanti  che provengono dalla moderna ricerca sulla Coscienza e da parecchi altri campi , per le  quali  il paradigma scientifico esistente non aveva spiegazioni adeguate.
 Michael Harner,  Antropologo americano con buone credenziali accademiche, che sperimentò, nel suo lavoro sul campo in Amazzonia, una potente iniziazione sciamanica, ha riassunto brevemente le imperfezioni della psicologia accademica nella prefazione del suo libro “La via dello sciamano” (Harner 1980). Egli suggerisce che la comprensione della psiche nella civiltà industriale  è gravemente di parte,  cioè etnocentrica e cognicentrica  (un termine migliore potrebbe essere pragmacentrica).
 È etnocentrica  nel senso che è stata formulata e promossa da  scienziati materialistici occidentali che considerano la propria prospettiva superiore a quella di ogni altro gruppo umano in qualsiasi momento storico.
 Secondo questi scienziati la materia è primaria, mentre la  vita, la coscienza e l'intelligenza sono suoi prodotti secondari più o meno accidentali.
 Essi ritengono che la spiritualità in qualsiasi forma e livello, anche quella più erudita, non è che il riflesso dell’ ignoranza dei fatti scientifici, della superstizione,  della credulità infantile, dell’ autoinganno e del pensiero magico primitivo.
 Le esperienze spirituali dirette che coinvolgono figure e reami archetipici sono viste come prodotti patologici del cervello.
 Gli psichiatri moderni del filone principale interpretano le esperienze visionarie dei fondatori delle grandi religioni, dei santi e dei profeti, come manifestazioni di malattie mentali gravi, sebbene essi manchino di una spiegazione medica adeguata e di dati di laboratorio necessari a convalidare tale posizione.

 La letteratura psichiatrica contiene numerosi articoli e libri che discutono su quale potrebbe essere la diagnosi clinica appropriata per molte delle grandi figure della storia spirituale.

 Sant’Antonio  è stato definito schizofrenico, San Giovanni della Croce è stato invece etichettato come “degenerato ereditario ”, Santa Teresa d' Avila e’ stata liquidata come una " grave psicotica isterica " e le esperienze mistiche di Maometto sono state attribuite all'epilessia.

Molti altri personaggi  religiosi e spirituali, quale il Buddha, Gesu’, Ramakrishna, e Sri Ramana Maharshi sono stati visti come affetti da psicosi a causa delle loro esperienze visionarie e delle loro credenze.  (Franz Alexander 1931)
 Allo  stesso modo alcuni antropologi  formati  in modo tradizionale  hanno discusso della possibilità di diagnosticare gli sciamani come schizofrenici, psicotici ambulanti, epilettici  o isterici.  Il famoso psicanalista F. Alexander, conosciuto come uno dei fondatori della medicina psicosomatica, ha scritto un saggio in cui persino la meditazione buddista è descritta in termini psicopatologici e si riferisce ad essa come "catatonia artificiale".

 La psicologia e la psichiatria occidentali descrivono i rituali e la vita spirituale di culture antiche e native in termini patologici, mentre i pericolosi  eccessi della civilizzazione industriale che mettono potenzialmente in pericolo la vita sul pianeta, sono a tal punto divenuti  parte  integrante della nostra vita che raramente attraggono l’attenzione di medici e ricercatori, né vengono riconosciuti come patologici. 
 Siamo quotidianamente  testimoni di manifestazioni di insaziabile avidità  e aggressione maligna -  saccheggio di risorse non  rinnovabili trasformate in inquinamento industriale, invasione di altri paesi che generano massacri di civili e genocidi,  abuso di scoperte scientifiche per lo sviluppo delle armi di distruzione di massa, guerra chimica e biologica, danni alla natura a causa di precipitazioni radioattive e da perdite accidentali di petrolio.

 Gli ingegneri  e i protagonisti principali di tale scenario di distruzione, non solo sono liberi di muoversi, ma sono anche ricchi, famosi e detengono posizioni di potere all’interno della società, ricevendo varie onorificenze.

 Allo stesso modo persone che hanno stati mistici che possono potenzialmente trasformare una vita, finiscono ospedalizzate con diagnosi stigmatizzanti e prescrizioni farmacologiche soppressive.

 Questo é ciò a cui Michael Harner si riferiva  parlando di  polarizzazione etnocentrica  nel giudicare ciò che é normale e ciò che e’ patologico.
 Secondo  Michael Harner, la psichiatria e la psicologia occidentali mostrano anche una forte polarizzazione cognicentrica. Con questo vuole sottolineare che queste discipline formularono le loro teorie sulla base di esperienze e osservazioni fatte dal punto di vista di stati di coscienza ordinari e hanno sistematicamente  evitato o interpretato erroneamente  le prove fornite da stati non ordinari, come i risultati ottenuti da osservazioni fatte in terapie psichedeliche, in potenti psicoterapie esperienziali, o il lavoro svolto con individui in crisi psicospirituali, varie ricerche meditative, studi in campo antropologico o tanatologico .
I  dati di rottura di paradigma provenienti da queste aree di ricerca sono stati o sistematicamente ignorati o mal giudicati e male interpretati a causa della loro fondamentale incompatibilità con il paradigma imperante
 La psicologia  transpersonale ha fatto significativi progressi verso la correzione della polarizzazione etnocentrica e cognicentrica della psichiatria e della psicologia, particolarmente con il riconoscimento della natura e del valore delle esperienze transpersonali.
 Alla  luce delle osservazioni che  provengono dallo studio degli stati non-ordinari di coscienza, "l' attuale irrispettosa denigrazione e patologizzazione della spiritualità ", caratteristica del materialismo monistico, appare ora improponibile.
 Negli  stati non-ordinari, le dimensioni spirituali della realtà, possono essere sperimentate direttamente in un modo altrettanto convincente della nostra esperienza quotidiana del mondo materiale, se non di più.   E’ anche possibile descrivere passo dopo passo le procedure e i contesti appropriati che facilitano l’accesso a tali esperienze. Uno studio accurato delle esperienze transpersonali dimostra che esse sono ontologicamente reali e contengono informazioni circa dimensioni di  esistenza importanti e solitamente nascoste, le quali possono essere consensualmente convalidate.
 In generale  lo studio degli stati  non-ordinari di coscienza  conferma la visione di C. G. Jung secondo la quale le esperienze originate a livelli profondi della psiche, ( nella mia  terminologia : le esperienze “perinatali” e “transpersonali” ) hanno una certa qualità che egli chiama (riprendendo il termine di Rudolph Otto) "Numinosa "(Jung 1964 ).  
 Il termine " Numinoso"  e’ relativamente neutrale e quindi preferibile ad altre denominazioni simili, come religioso, mistico, magico, santo o sacro, che sono spesso state usate in contesti problematici e possono  facilmente trarre in inganno. Il senso di " numinosità " è basato sull’apprendimento diretto del fatto che siamo di fronte ad un reame che appartiene ad un ordine di realtà superiore, sacro e radicalmente diverso dal mondo materiale.

 Per prevenire  incomprensioni e confusioni che hanno compromesso molte altre discussioni simili in passato, e’ necessario fare una chiara distinzione fra spiritualità e religione. La spiritualità e’ basata su esperienze dirette di aspetti e dimensioni di realtà  non-ordinari e non necessita per essere esperita  di un luogo speciale o di una persona ufficialmente preposta a mediare il contatto col divino.
 I mistici non hanno bisogno di chiese o templi. Il contesto in cui essi sperimentano la dimensione sacra della realtà, compresa la loro stessa divinità, è  il loro corpo e la natura ; e al posto di un prete officiante, necessitano di ricercatori e compagni a loro affini  o la guida di un maestro più evoluto di loro nel cammino interiore.

 La spiritualità consiste in uno speciale tipo di relazione fra l’individuo e il cosmo ed è, in essenza, un fatto personale e privato.
 Allo stesso modo la religione organizzata è un’attività di gruppo istituzionalizzata che ha luogo in un posto designato, tempio o chiesa, e comprende un sistema di officianti designati che possono o meno aver avuto esperienze personali di realtà  spirituali
 Una  volta che una religione diventa organizzata, spesso perde completamente la connessione con  la sua sorgente spirituale e diventa un’istituzione mondana che sfrutta i bisogni spirituali umani senza soddisfarli.

 Le religioni organizzate tendono a creare un sistema gerarchico con l’intento di perseguire potere, controllo, mire politiche, denaro, possedimenti e altre preoccupazioni mondane. In simili circostanze la gerarchia religiosa, di regola, non vede di buon occhio e scoraggia le esperienze spirituali dirette dei suoi membri poiché esse portano indipendenza e non possono essere efficacemente  controllate .
 Quando  questo accade la vita spirituale genuina continua solo nei contesti mistici, negli ordini monastici e in sette estatiche delle religioni coinvolte. Mentre è chiaro che il fondamentalismo e il dogma religioso sono incompatibili con la visione scientifica del mondo, sia essa Cartesiana-Newtoniana o basata sul nuovo paradigma, e non vi e’ ragione per cui non dovremmo studiare seriamente la natura e le implicazioni delle esperienze transpersonali.
 Come Ken Wilber fa notare nel suo libro"  A Sociable God " (Wilber 1983), non ci può essere conflitto fra scienza genuina e autentica religione. Se un conflitto sembra esserci è molto probabile che si tratti di falsa scienza e falsa religione, dove entrambe le parti hanno una seria incomprensione della posizione altrui  e molto probabilmente rappresentano una versione falsa della propria disciplina.

 La psicologia transpersonale  così come è, è nata alla fine degli anni ’60, era culturalmente sensibile e trattava i rituali e le tradizioni spirituali delle culture antiche e native con il rispetto che esse giustamente meritavano nella visione delle scoperte della moderna  ricerca sulla coscienza  . 
 Essa abbraccia ed integra anche un’ampia gamma di “fenomeni anomali”, osservazioni che vanno a spezzare il paradigma della scienza accademica e che quest’ ultima non è ancora stata in grado di spiegare.  Comunque, sebbene fosse esaustiva  e ben documentata,  la nuova branca rappresentava un tale radicale allontanamento dal pensiero accademico nei circoli professionali, che non poteva conciliarsi né con la psicologia e psichiatria tradizionali, né con il paradigma Newtoniano-Cartesiano della scienza occidentale.
 Come conseguenza  di questo essa era estremamente vulnerabile alle  accuse che la tacciavano di essere “irrazionale”, “non-scientifica” e persino traballante, particolarmente da quegli scienziati che non erano a conoscenza dell'ampio corpo di osservazioni e di materiale su cui il nuovo movimento era basato.

 La situazione cambiò drasticamente durante i primi due decenni di esistenza della psicologia transpersonale. Come risultato di nuovi concetti e scoperte rivoluzionarie in varie discipline scientifiche, la filosofia della scienza occidentale tradizionale, le sue assunzioni di base e il suo paradigma Newtoniano-Cartesiano, sono state sempre più seriamente messe alla prova.
 Fra queste sfide vi erano quelle poste  dalle scoperte e dalle implicazioni filosofiche della fisica quantistico-relativistica come indicato da Fritjof Capra ( Capra 1975), Fred Alan Wolf  (1981), Nick Herbert (Herbert 1979), Amit Goswami  (Goswami ) e molti altri: la teoria dell’ olomovimento di David Bohm  (Bohm 1980), il modello olografico del cervello di Karl Pribram (Pribram 1971),  la brillante sintesi di cibernetica, teorie dei sistemi e  dell’  informazione, logica, psicologia e altre discipline di Gregory Bateson (Bateson 1979), il lavoro sui campi morfogenetici di Rupert Sheldrake (Sheldrake 1981), gli studi sulle  strutture dissipative e ordini di fluttuazione di Prigogine (Prigogine 1980) il principio Antropico in astrofisica  ( Barrow e Tripler 1986) e molti altri.
E’ stato molto entusiasmante vedere come tutti questi nuovi sviluppi, sebbene inconciliabili con il monismo materialista ed il pensiero Newtoniano-Cartesiano del diciassettesimo secolo, siano compatibili con la psicologia transpersonale.

E’ diventato sempre più possibile immaginare che la psicologia traspersonale divenga in futuro accettata nei circoli accademici e possa essere parte integrante di una visione scientifica del mondo radicalmente nuova.
Mentre i progressi rivoluzionari fatti in varie discipline della scienza moderna continuano a demolire  l’ormai obsoleta visione materialistica del mondo del diciassettesimo secolo, è già possibile veder emergere la forma generica di una nuova comprensione di noi stessi, della natura e dell’universo in cui viviamo. 

Questo nuovo paradigma dovrebbe essere  in grado di riconciliare la scienza con una spiritualità  basata sull’esperienza, universale e onnicomprensiva della natura  e capace di portare ad una sintesi di scienza moderna e saggezza antica.
Anche a questo stadio di sviluppo, noi abbiamo più di un mosaico di pezzi sconnessi  fra loro riguardo questa nuova visione della realtà .
Almeno due  dei maggiori tentativi intellettuali di integrare la psicologia transpersonale in una nuova  e più ampia visione del mondo meritano di essere menzionati in questo contesto. La prima di queste avventure pionieristiche e’ stato il lavoro di Ken Wilber.
In una serie di libri a  cominciare dal suo  " Spettro della Coscienza " (Wilber 1977) , Ken ha operato una sintesi altamente creativa di dati presi da un’ampia varietà di aree e discipline che vanno dalla psicologia, all’antropologia, dalla sociologia alla mitologia e alla religione comparata, passando attraverso la linguistica, la filosofia e la storia, fino ad arrivare alla cosmologia, alla fisica quantistica e relativistica, alla biologia, alla teoria evoluzionistica  e  alla  teoria dei sistemi

La sua conoscenza della letteratura e’ veramente enciclopedica, la sua mente analitica è sistematica ed incisiva e la sua abilità nel comunicare chiaramente idee complesse è eccellente. L’impressionante larghezza di vedute, la capacità di sintesi  ed il rigore intellettuale del lavoro di Ken hanno fatto sì che esso diventasse una teoria della psicologia transpersonale largamente acclamata ed altamente influente.
Sarebbe però  troppo aspettarsi che un lavoro interdisciplinare di questa portata e profondità sia perfetto e senza falli in ogni dettaglio. Infatti il lavoro di Ken ha attirato non solo plausi ma anche serie critiche da varie fonti. Gli scambi sugli aspetti controversi della sua teoria  hanno spesso provocato dibattiti molto accesi, in parte a causa del suo stile spesso polemico che non rinuncia  ad attacchi personali con parole forti.
Alcune di queste discussioni sono state raccolte in un volume intitolato" Ken Wilber in Dialogue" ( Rothberg e Kelly 1998)  e altre in numerosi articoli e siti internet.

Molte di queste discussioni sul lavoro di Ken Wilber  si concentrano su aree e discipline che non hanno a che fare con la psicologia transpersonale e discuterne qui trascenderebbe la natura e lo scopo di questo scritto
Negli anni  Ken ed io ci siamo scambiati idee, in modo specifico riguardo a vari aspetti della psicologia transpersonale; questo ha comportato sia complimenti che critiche circa le nostre rispettive teorie.

Come prima cosa  ho analizzato  similitudini e differenze fra il modello della mente secondo Ken, e le mie osservazioni e costrutti  teoretici, nel mio libro  Oltre il Cervello" (Grof 1985 La Cittadella Edizioni ).

Più avanti sono ritornato su questo soggetto nel mio contributo al compendio intitolato "Ken Wilber in Dialogue" (Rothberg e Kelly 1998)  e nel mio Psicologia del Futuro  (Grof 2000 edizioni RED ).

Nel mio tentativo di valutare criticamente le teorie di Ken, mi sono avvicinato a questo compito da una prospettiva clinica, basandomi  principalmente sui dati della ricerca moderna sulla coscienza, mia e di altri.
Il problema principale negli scritti di Ken riguardanti la psicologia transpersonale dipende dal fatto che egli non ha nessuna esperienza clinica e le fonti principali dei suoi dati  provengono dalle sue vaste letture e dalle esperienze tratte dalla sua pratica spirituale personale.
Inoltre egli ha tratto la maggioranza dei suoi dati clinici da scuole che usano metodi di psicoterapia verbale e strutture concettuali limitate alla biografia post-natale.  Egli non tiene in considerazione l’evidenza clinica raccolta nelle ultime decadi di  terapia esperienziale con o senza sostanze psichedeliche.
Per una teoria così importante ed influente  quale  è diventato il lavoro di Ken, non e’ sufficiente che essa integri materiale da diverse fonti, antiche e moderne, in un sistema filosofico che mostri coesione logica  interna; mentre la consistenza logica è certamente un prerequisito importante : una teoria " valida " deve comprendere una qualità  ulteriore che è  ugualmente, se non più, importante. 
E’ generalmente accettato fra gli scienziati che un sistema di idee  è una teoria accettabile se, e solo se, le sue conclusioni sono in accordo con fatti osservabili  (Frank 1957).
Io ho tentato di definire  le aree in cui le speculazioni di Ken erano in conflitto con i fatti osservabili  e quelle che  implicavano  incongruenze logiche.

Una di queste discrepanze  consiste nell’omissione del  reame  prenatale e perinatale  dalla sua mappa della coscienza e dal suo schema di sviluppo. Un’altra era l’accettazione acritica sull’accento posto dalla psicologia freudiana  e post-freudiana  sull’origine post-natale dei disordini emozionali e psicosomatici, e il suo mancato riconoscimento delle loro radici  perinatali e transpersonali
La descrizione di Ken della natura strettamente lineare dello sviluppo spirituale, l’incapacità di vedere la natura paradossale della relazione   pre-trans,  e la riduzione del problema della morte in  psicologia (Thanatos) ad una transizione da un fulcro di sviluppo ad un altro,  sono state ulteriori aree di disaccordo.

Particolarmente problematico è  stato il suggerimento di Ken di diagnosticare i  clienti  in  termini di problemi emozionali, morali, intellettuali, esistenziali, filosofici e spirituali che essi mostrano, in accordo al suo schema ( Wilber) ; e assegnarli a  differenti  terapeuti specializzati  in quelle aree.
Questa raccomandazione potrebbe favorevolmente impressionare un neofita  facendogli credere che sia una soluzione sofisticata a problemi psicologici, ma è “ naif ” e non realistica dal punto di vista di qualsiasi esperto clinico.

I problemi  citati qui sopra riguardo ad aspetti specifici del sistema di Wilber possono facilmente essere corretti e non invalidano minimamente l’utilità della sua visione totale, in quanto traccia per una comprensione esaustiva della realtà. In anni recenti Ken si è distanziato dalla psicologia transpersonale a favore della sua propria visione che egli chiama psicologia integrale .

Ad un esame più ravvicinato, quello a cui  Wilber si riferisce con Psicologia Integrale  va ben oltre a quello che noi tradizionalmente  intendiamo con questo appellativo, poiché comprende aree che appartengono ad altre discipline.
In questo senso il suo approccio integrale  rappresenta un contesto vasto e utile per la psicologia transpersonale, piuttosto che un suo sostituto.

Il secondo tentativo pionieristico di integrare la psicologia transpersonale in una nuova ed esaustiva visione del mondo, è  il lavoro di Ervin Laszlo,  il più importante teorico di sistemi del mondo, scienziato interdisciplinare e filosofo di origine Ungherese, attualmente vivente in Italia.  Uomo  dalle molte sfaccettature, con una gamma di interessi e talenti che ricordano le grandi figure del rinascimento, Laszlo raggiunse fama internazionale come bambino prodigio e pianista concertista durante l’adolescenza.
Poi  rivolse il suo interesse, pochi anni dopo, alla scienza ed alla filosofia, dando inizio alla sua ricerca di una vita sulla natura  umana e sulla natura della realtà.
In un tour de force intellettuale e in una serie di libri, Laszlo ha esplorato una vasta gamma di discipline, incluso l’astrofisica, la fisica quantistica e relativistica, la biologia e la psicologia (Laszlo 1993,1995,2004, Laszlo e Abraham 2004). Ha segnalato una grande quantità di fenomeni, osservazioni paradossali e sfide paradigmatiche, per le quali queste discipline non hanno ancora spiegazione.
Egli ha poi esaminato i tentativi di vari pionieri della nuova scienza-paradigma  di fornire soluzioni a queste sfide concettuali.
Questo include la teoria dell'olomovimento di Bohm, il modello olografico del cervello di Pribram, la teoria dei campi morfogenetici di Sheldrake, il concetto delle strutture dissipative di Prigogine, e altri.
Egli ha preso in considerazione i contributi di queste teorie ed anche i problemi che esse sono state incapaci di risolvere.
 Attingendo dai progressi delle scienze esatte  e dalla matematica, Laszlo ha quindi offerto una soluzione agli odierni paradossi della scienza occidentale, la quale trascende i confini delle singole discipline
Egli ha raggiunto tale scopo attraverso  la formulazione della sua “ connectivity hypothesis " ( teoria sistemica generale dell'evoluzione).
Pietra miliare del suo lavoro è insito nel concetto di "Campo Psi ’ “campo di punto zero" ( Laszlo 1993,1995, Laszlo e Abraham 2004).
Egli  lo descrive come un campo subquantico, che detiene la memoria  olografica di tutti gli eventi che sono accaduti nel mondo fenomenico. Laszlo include esplicitamente, nella sua teoria onnipervadente, la psicologia transpersonale e le filosofie spirituali, come illustrato nel suo scritto su Jung e la ricerca sulla coscienza (Laszlo ), e nel suo ultimo libro "La scienza e Il campo Akascico: una teoria integrante di tutto” (Laszlo 2004).
Associazione Internazionale Transpersonale (ITA)
Fin dai suoi esordi ,alla fine degli anni ’60, l’Associazione di Psicologia Transpersonale (ATP) ha tenuto regolari conferenze annuali ad Asilomar, California.
 Poichè  l’interesse per il movimento cresceva e si estendeva al di là  della zona della Baia di San Francisco e fuori dagli Stati Uniti,  sono stati  organizzati incontri internazionali  occasionali sul traspersonale  in varie parti del mondo.
I primi due ebbero luogo a Bifrost, Islanda; il terzo a Inari, Finlandia, ed il quarto a Belo Horizonte, Brasile. Al tempo dell’incontro brasiliano queste conferenze erano ormai  talmente popolari e di  tale affluenza che fu deciso di formalizzarle creando un’istituzione che le organizzasse, l’Associazione Transpersonale Internazionale (ITA).
L’ITA  fu inaugurata da Stanislav Grof che ne divento’ il presidente fondatore, a cui si unirono Michael Murphy e Richard Price; questi ultimi due, nei primi anni ’60,  diedero inizio all ’Istituto Esalen  a Big Sur, California, il primo centro per lo sviluppo della  potenzialità umana.
A differenza dell’Associazione di Psicologia Transpersonale, l’ITA era esplicitamente internazionale e interdisciplinare.
A questo punto, l’orientamento transpersonale era ormai apparso in molte branche della scienza e in altre aree di attività umana. Quindi il programma di conferenze dell’ITA includeva non solo psicologi, psichiatri e psicoterapeuti, ma anche fisici, biologi, dottori in antropologia, mitologi, filosofi, matematici, artisti, maestri spirituali, educatori, politici, economisti e molti altri. L’ITA ha tenuto le sue conferenze a Boston, Massachussets; Melbourne, Australia; Bombay, India; Davos, Svizzera; Kyoto, Giappone; Santa Rosa, California; Eugene, Oregon; Praga, Cecoslovacchia; Killarney, Irlanda; Santa Clara, California; Manaus, Brasile e Palm Spring, California, USA.
Come indica la seguente lista, fra i partecipanti e  relatori  hanno presenziato  personalità di spicco della vita scientifica, culturale e politica.

Stanislav Grof

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Per gentile concessione del dott. Stanislav Grof ( 11-11-2004 ) traduzione dall'inglese di Tania Martinelli e Lucia Berardi.

Revisione a cura di Anna Paola Maestrini e Katia Soliani
Copyright per la traduzione in lingua Italiana Gennaio 2005 - www.olotropica.it
E per gentile concessione dei curatori la traduzione italiana (26-05-2005)

Lentamente Muore - Pablo Neruda


Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,


chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.


 


Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle “i” piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all’errore e ai sentimenti.


 


Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l’incertezza, per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.


 


Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.


 


Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.


 


Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.


 


Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.


 


Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.