sabato 24 febbraio 2007

STATI MODIFICATI DI COSCIENZA E ALLUCINOGENI

Percorso di studio e lettura con Giorgio Samorini – Mag./Giu. 200


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I° INCONTRO


 


La premessa che Giorgio Samorini introduce, all’apertura del seminario (che si svolge in 5 incontri di 3 ore ciascuno), costituisce il terreno sul quale questa nuova formula del "percorso di lettura", con abbondante distribuzione di materiale, schede informative, fotocopie e appunti, prende avvio.


La premessa è quella di un approccio di tipo fenomenologico verso l’argomento "droga", che considera l’utilizzo di sostanze psicoattive da parte dell’uomo, come una costante transculturale, separandola quindi, dai suoi aspetti problematici e di abuso.


Si tratta di recuperare la Scienza delle Droghe, di cui si occupò Paolo Mantegazza nel 1871, che negli "alimenti nervosi", cioè che nutrono i nervi, inserì, per primo in Italia, gli alimenti alcaloidi, alcolici ed aromatici.


La Scienza delle Droghe, a differenza della Scienza dell'Alimentazione edella Scienza della Formazione (che a quei tempi indagavano negli stessicampi), è poi scomparsa, e la letteratura successiva, che parte dagli anni ’60, è prodotta da pochi "psiconauti" (o, in California, "basement shamans"), sperimentatori solitari e rari (attualmente sono circa 200 nel mondo) che, attraverso un approccio e metodologie scientifiche, effettuano ricerche e documentano esperienze, utilizzando strumenti come l’asse delle dosi, le curve e le formule esperienziali.


 


La diffusione di specie vegetali psicoattive in zone in cui erano dapprima sconosciute, è già un fenomeno attuale (su circa 1500 specie psicoattive, in Italia ne vengono utilizzate 70/80) ed è destinata ad aumentare velocemente nei prossimi anni.


Tramite i media ed Internet, la globalizzazione ha reso tutti potenziali consumatori di qualunque sostanza. Un aspetto problematico di questo fenomeno, è che la droga arriva, senza portare con sé il contesto culturale (e spesso rituale) in cui nasce, la conoscenza specifica che riguarda i dosaggi , il set and setting, ecc., e che provoca all’inizio un vero e proprio sfasamento.


E’ questo il motivo per cui il primo impatto con una nuova droga, è sempre devastante a livello sociale, si nota un picco iniziale, che si assesta solo con il tempo e con la conseguente ottimizzazione dell’uso.


Questo processo di picco-assestamento, è costante, ma è anche influenzato da diverse variabili (ad esempio, dopo l’attacco mass-mediatico all’ecstasy, qualche anno fa, il picco è velocemente risalito, e tuttora si avverte la scia di quell’onda.


A partire dai dati sul proibizionismo e sulla liberalizzazione di piante come cacao, vaniglia, tabacco, caffè, viene formulata la teoria dell’"addomesticamento della molecola selvaggia", secondo la quale la tolleranza verso le droghe, così come a livello individuale, si crea anche a livello sociale, tanto da annullarne gli effetti, e a quel punto avverrebbe la liberalizzazione. Molte piante, a tutti gli effetti droghe, sono passate attraverso questo processo, e forse attualmente la cannabis si trova sulla stessa strada (?)


 


Fra le nuove categorie di assuntori di droghe, ci sono i poliassuntori, tipologia però altamente eterogenea. Le diverse tipologie vengono definite in base a: motivazioni di base della ricerca dell’esperienza, ambiente esperienziale preferito (o forzato), droghe preferite, droghe di "contorno", droghe considerate tendenzialmente antagoniste alle droghe preferite, livello di conoscenza delle droghe, livello di ascolto degli effetti, approccio agli effetti collaterali, tendenza alle combinazioni.


Oltre agli Psichedelici, categoria nata negli anni ’60 e tuttora presente, caratterizzata dalla motivazione dell’"allargamento della coscienza", e differenziati a loro volta in "lisergici"( con preferenza per gli allucinogeni, in particolare LSD), e "psilofagi" (che prediligono l’utilizzo dei funghi, dei quali fanno spesso un uso "cultuale"); una categoria a parte, è costituita dagli Psiconauti, di cui da alcuni viene considerato "padre" A. Shulgin, lo scopritore dell’MDMA, motivati dalla sete di conoscenza e caratterizzati dalla predilezione per qualunque droga sconosciuta, da un livello di conoscenza della sostanza molto elevato, dalla ricerca di documentazione specifica, fino all’elaborazione di scale metriche esperienziali e, a differenza, per esempio, dei Technologici, che nei ritrovi rave fanno inconsapevolmente, combinazioni fra sostanze mai sperimentate prima, dalla piena consapevolezza del proprio ruolo di "pionieri".


Fra i nuovi assuntori, è in formazione la figura dell’Ecologico, in qualche modo connesso al movimento New Age, rispetto all’approccio verso la droga, che è appunto, di tipo "ecologico". L’Ecologico va negli "smart shops", dove trova anche le "party pills", composti integratori creati per ridurre i danni fisici dell’ecstasy.


La motivazione di base dell’assunzione della droga da parte dell’Eroinomane, è invece notevolemte diversa; consisterebbe nel tentativo di coprire l’ipersensibilità caratteriale e nel raggiungimento di un’autostima tollerabile. Viene anche menzionata l’ipotesi secondo la quale i tossicomani si "automedicano" per supplire una carenza congenita di endorfine.


Da notare il fatto che, per quanto riguarda la tendenza ad escludere alcune droghe, considerate in "contrapposizione simbolica", gli Psichedelici e gli Eroinomani, sono agli opposti. Infatti, la droga antagonista dei primi è rappresentata dagli oppiacei, così come spesso l’Eroinomane ha una vera e propria avversione per gli allucinogeni.


 


A questo punto Roberto Freak Antoni, leader del gruppo musicale degli Skiantos negli anni ’70, introduce gli argomenti che approfondirà nella serata dedicata all’anno 1977 a Bologna, di cui sarà il relatore e a cui purtroppo non potrò partecipare.


Tratterà del periodo di grande trasformazione che ha interessato tutto il mondo della creatività e della cultura, a partire dal maggio francese del 1968, e che, particolarmente a Bologna, viene identificato con l’anno 1977, anno in cui vede la nascita il "movimento", che coinvolge ed influenza gli scenari politici (con la contestazione e la nascita di molti gruppi extraparlamentari, del movimento femminista, studentesco, dell’orgoglio omosessuale), musicali (dall’influenza punk-rock inglese dei Clash e dei Sex Pistols, dei Ramones ecc. dagli USA, dalla nascita del reggae), dell’ editoria (con i fumetti di Andrea Pazienza ecc, le fanzine), e vede modificarsi anche gli scenari che riguardano il consumo di droga e lo stretto rapporto fra sesso/droga e rock’n roll.


 


II° INCONTRO


Oggi si parla di droghe vegetali, l’interesse è già molto forte e vivace fin dall’inizio, anche perché appena entriamo nella sala della Biblioteca Minguzzi, dove si svolge il seminario, sul tavolo troviamo un bellissimo esemplare di Salvia Divinorum e diverse boccette e pacchettini che incuriosiscono un po’tutti.


Samorini comincia a parlare dei funghi allucinogeni, facendo circolare tra le persone alcune cappelle di Amanita Muscaria essicata (e…disattivata, precisa fra le risatine dei molti "estimatori" presenti) e piccole Psilocybe semilanceata.


I funghi sembrano costituire un tabù di derivazione antropologica. In particolare, proprio l’Amanita muscaria è stata vittima di vere e proprie "campagne di persecuzione", pur non essendo di per sé mortale (la dose letale di Amanita fresca, va dai 5 ai 30 Kg!) e dall’Amanita spesso rifuggono gli stessi psilofagi. I casi di forte intossicazione sembrano in realtà dovuti ad un uso accidentale o improprio.


Il concetto di "uso", "abuso", "uso improprio", verrà ribadito spesso, durante il seminario, e costituisce una vera innovazione, essendo il contesto scientifico nel quale si applicano ed utilizzano strumenti come l’asse delle dosi e le formule esperienziali. L’area di definizione di uso improprio ed abuso, formulata da Samorini, viene distinta in base a 5 variabili: la quantità di droga assunta nell’esperienza, il tempo trascorso fra un’esperienza e l’altra, eventuali combinazioni con altre droghe, set e setting. Il non rispettare le dosi massime, i tempi di recupero fra un’esperienza e l’altra, eventuali combinazioni fra sostanze, determinano e delimitano gli abusi (acuti e cronici). L’inadeguatezza del set e del setting, determinano l’uso improprio. Nella valutazione, devono essere presi in considerazione anche la tolleranza e l’assuefazione che una data sostanza può indurre. Spesso, a determinare esperienze sgradevoli, sono soprattutto "errori tecnici". Uno dei casi più frequenti di uso improprio, per esempio, con l’Amanita muscaria, è l’assunzione allo stato fresco, fase in cui la tossicità è molto più elevata.


Oltre 120 specie di funghi psicoattivi crescono in natura, e la loro coltivazione si è diffusa in Europa a partire dagli anni ’80. Sono quindi reperibili tutto l’anno, soprattutto Psilocybe-Stropharia cubensis, Panaeleous cyanescens ed altre specie. La Psilocybe Semilanceata è la più diffusa in Italia, ed è uno dei 5 funghi più potenti al mondo. Viene sfatato il "mito" secondo il quale la Psilocybe sarebbe una specie stercoraria (essendo quest’ultima una specie rara in Italia, e con Psilocibina latente).


Nell’ambito di un approccio da "psiconauti scientifici", ci vengono forniti a questo punto gli "strumenti di lavoro", da applicare ad un evento esperienziale con una sostanza o con una pianta.


L’esperienza con una sostanza può essere analizzata tenendo conto di 2 variabili: l’intensità dell’effetto (asse y) e il tempo (asse x). In tutti i casi si individua un tempo di salita (attesa), un tempo di alterazione neurochimica, e una discesa. L’asse dell’intensità dell’effetto, parte da un grado zero, lo stato ordinario di coscienza, al quale si ritorna alla fine dell’esperienza.


E’ possibile applicare quest’asse a qualunque sostanza e costruire in questo modo una scala esperienziale personalizzata. Partendo da dosaggi molto bassi, e considerando le variabili dei tempi di salita e degli effetti, si arriva a calibrare la propria dose. Viene quindi individuata la dose soglia, bassa, ecc, fino alla dose massima e letale.


L’asse delle dosi e la curva esperienziale vengono riutilizzate quando si affronta il tema dell’Ayahuasca, la bevanda allucinogena amazzonica, ottenuta dalla sinergia fra MAO-Inibitori e Dimetiltriptamina (DMT), contenuti gli uni nella scorza della liana Banisteriopsis caapi e il DMT nella Psychotria Viridis. Alcaloidi beta-carbolinici MAO-Inibitori, come l’armina ed altri, sono contenuti anche in diverse altre specie vegetali, oltre Banisteriopsis caapi, soprattutto nei semi di Peganum Harmala (ruta siriaca). Acacia Phlebophylla, Mimosa Hostilis, Phalaris Aquatica ecc., contengono invece le triptamine. Si parla in questo casi di Anahuasca, combinazione di piante che riproducono la formula dell’Ayahuasca. Fonti vegetali, ma anche chimiche ( in questo caso, farmahuasca) che rispecchiano la stessa formula dell’Ayahuasca . 


Esiste anche la "Fungohuasca" (psilocybe+MAO-I) e l'"Endohuasca", cioè la produzione di DMT all'interno del corpo umano, da parte della ghiandola pineale e "attivata" (o meglio, non più MAO-inibita) dalla pinolina, anch'essa prodotta dalla ghiandola pineale, e che è una beta-carbolina (come l'armina e l'armalina).E' stato ipotizzato che questo meccanismo possa stare alla base del processoonirico, cioè che i sogni potrebbero derivare dall'azione dellaDMT,disinibita grazie alla pinolina.


Salvia Divinorum viene presentata attraverso un articolo su questa particolare pianta psicoattiva messicana, pubblicato di recente in Italia. Viene messo in rilievo il fatto che il salvinorin-A, estratto dalla Salvia D., è attualmente il composto più potente al mondo, e quindi la potenziale pericolosità dell’estratto stesso, al di fuori dei set e setting adeguati e di opportuna assistenza.


Vengono poi citate alcune Solanacee, come la Datura stramonio, l’Atropa Belladonna ed altri delirogeni, per sconsigliarne l’uso sempre e comunque, essendo molto frequenti i casi di irreversibili danni fisici e/o psichici, ed essendo la dose letale troppo ravvicinata alla dose di soglia, cioè quella in cui si iniziano a percepire gli effetti di una droga.


 


Alla fine di questo incontro, Samorini fa un regalo molto apprezzato da tutti noi, il suo libretto di studi sugli "Animali che si drogano", di cui avevo solo letto un estratto tempo fa su "Re nudo".


Pare che negli ultimi mesi, alcune ricerche abbiano ulteriormente dimostrato come questo comportamento di ricerca di sostanze inebrianti, sia diffuso fra moltissime specie animali, compresi numerosi insetti…


 


III° INCONTRO


 


Il tema di questo incontro è "le droghe di sintesi", il discordso sull’LSD 25 parte dal rilevare che la dose media si aggira intorno agli 80 microgrammi e che la dose di acido che può essere contenuta in un trip ("cartone") può variare dai 50 fino ai 300 microgrammi. La gestione dell’esperienza, non è quindi facile, né priva di rischi. Mentre per alcuni l’esperienza con LSD può ed ha rappresentato uno strumento di rivelazione e di presa di coscienza, per altri, questo evento può essere sconvolgente. In particolare, il rischio di "bad trip", che nella maggiorparte dei casi termina con l’effetto allucinogeno dell’acido, a volte può scatenare latenze psichiatriche e dar luogo a problemi duraturi. Un bad trip "maligno", cioè permanente, è tuttavia abbastanza raro, ed è riconoscibile da alcuni segnali, come l’ipercinesi e lo spogliarsi dei vestiti, ma soprattutto da un non ritorno allo stato di coscienza ordinario, anche dopo che l’effetto dell’acido è finito.


Il soccorso immediato e il trattamento farmacologico, in questi casi , sono assolutamente necessari, è assodato che spesso molti problemi durante l’utilizzo di sostanze, sono dovuti alla mancanza di cure immediate, a volte anche all’abbandono a se stessa, della persona in crisi. Samorini racconta un episodio che gli è capitato in qualità di "assistente d’emergenza" in alcuni casi di bad trip in cui veniva richiesto il suo aiuto, e dice che, a volte, la soluzione più funzionale è stata quella di legare la persona con una fune, finche la crisi non fosse terminata, per evitare (come spesso capita), che si faccia involontariamente del male.


Il bad trip è caratterizzato da uno sfasamento interpretativo della realtà consensuale (a volte, 2 o più livelli di interpretazione, si alternano velocemente), e da un continuo cambiamento sensoriale, si innesca spesso durante la "salita" (la fase più delicata in qualsiasi esperienza con sostanze psicoattive) dell’effetto dell’ LSD. Da qui, l’importanza della "preparazione" e dell’"ascolto" della sostanza, del controllo dei dosaggi e della qualità. L’LSD è facilmente deteriorabile, e la quantità di principio attivo contenuta nei "cartoni", spesso variabile.


Per ridurre i rischi di "bad trip", può essere utile la frammentazione delle dosi, ma se si verifica, questo evento dovrebbe del tutto fermare da ulteriori sperimentazioni con LSD.


 


Si affronta poi l’argomento "empatogeni", cioè quelle sostanze che favoriscono il rilascio di alcuni neurotrasmettitori (serotonina, dopamina, ecc.)e che stimolano l’empatia e la comunicazione. Degli empatogeni fanno parte, tra gli altri, l’ MDMA (ecstasy), l’MDA (la "hug drug" americana), l’ MDEA.


I rischi cui vanno incontro i consumatori abituali di ecstasy non dipendono solo dall’abuso, ma spesso dalle poliassunzioni, cioè dal consumo di ecstasy e altre droghe contemporaneamente.


Anche se un operatore fa rilevare che i casi mortali dovuti sicuramente all’ecstasy sono 2 in Australia e 1 negli USA, e che in tutti e tre i casi si trattava di soggetti lasciati soli, in crisi, per ore, è provato che abusi di MDA (così come di amfetamine), hanno prodotto casi di demenza e invecchiamento precoce.


Altri empatogeni, meno noti in Italia, sono il 2CT-7 (che è poi un vero e proprio allucinogeno), il 2CB, potente afrodisiaco (considerato un "entactogeno", per l’elevata sensibilità tattile che produce).


Aspettare i tempi di recupero fra un’esperienza e l’altra (per l’ecstasy vengono considerati almeno 30 giorni), sembra essere una variabile molto influente nella valutazione dell’evento. Risulta anche un caso recente di assuefazione all’MDMA.


 


La ketamina, molto diffusa attualmente nei rave e in altre situazioni, presentata comunemente come "anestetico", si dimostra in realtà una potente sostanza psichedelica, in grado di modificare profondamente lo stato di coscienza e di provocare forti stati dissociativi.


Viene utilizzata per iniezione intramuscolo, per via orale o nasale, e a forti dosaggi, ha provocato NDE (esperienze di pre-morte) e spesso di OBE (esperienze di uscita dal corpo).


Nonostante la potenziale pericolosità (in particolare, in combinazione con alcool, barbiturici, Valium), viene ricordato che la ketamina si è dimostrata molto efficace nel trattamento dell’alcolismo e delle tossicodipendenze.


 


Il GHB, sostanza rara in Italia e più nota con il nome di "ecstasy liquida", è spesso ricercata per i suoi potenti effetti afrodisiaci, è una sostanza che può indurre dipendenza e può creare problemi in associazione ad una quantità di alcool anche minima. E’ risultato infatti molto efficace nel trattamento dell’alcolismo.


 


In questi ultimi anni, si sta diffondendo in Italia anche l’uso non-terapeutico di sostanze nootropiche ("che agiscono sulla mente"). Si tratta di sostanze utilizzate generalmente in alcune terapie dei disturbi mentali, e al di fuori di questo contesto, impiegate per migliorare la memoria, la concentrazione e l’apprendimento.


L’utilizzo di nootropi si inserisce in quel fenomeno di formazione di nuove categorie di assuntori, per i quali i concetti di "drogato" e "effetto di una droga", risultano limitati. I nootropi sono diffusi principalmente in ambienti universitari, il periodo di assunzione (assunzioni quotidiane, in media per un paio di mesi) fra i giovani, si discosta di poco da quello prescritto in terapia. Le sostanze più comuni nella composizione dei nootropi sono il Piracetam, l’Idergina, la Vasopressina.


 


Questa serata, molto interessante e intensa, si conclude parlando delle "posizioni per partire", cioè le posizioni ottimali del corpo, da assumere all’inizio dell’esperienza con una sostanza, che sono risultate essere una variabile molto importante nell’evento, per esempio con la ketamina, con la DMT e (n.d.r.) con la Salvia Divinorum.


 


IV° INCONTRO


 


L’argomento di cui si parlerà oggi, che è l’ultima giornata di questo "percorso di lettura" con Giorgio Samorini, sono le poliassunzioni ed i MAO-Inibitori.


I rischi connessi all’utilizzo di combinazioni di droghe, sono principalmente di 2 tipi: il primo è la quasi totale mancanza di conoscenze scientifiche sulle nuove combinazioni (quello che si conosce, viene dal racconto degli stessi utilizzatori), e poi i rischi specifici di ciascuna combinazione.


Alcune di queste, sperimentate da un numero crescente di consumatori, si dimostrano molto problematiche. Una di queste è la combinazione MDMA+ketamina, considerate dagli utilizzatori come "complementari", venendo l’MDMA ad attenuare la forte componente asociale della ketamina, o viceversa, la ketamina utilizzata volontariamente per "sedare", dopo forti abusi di eccitanti od empatogeni. Proprio quest’ultimo comportamento, pare strettamente collegato a diversi problemi tossicologici e sociali (ad esempio, l’aumento degli incidenti stradali del "sabato sera").


Altre combinazioni vengono ricercate specificatamente, in alcuni particolari ambienti, per l’attività sessuale, in particolare ecstasy (MDMA)+2C-B. Anche l’associazione droga/sesso è, infatti, in continuo aumento ed espansione (in Indonesia, il turismo sessuale ha portato l’MDA, e conosciamo tutti la notorietà che ha avuto il Viagra).


Alcune altre combinazioni si sono dimostrate fortemente pericolose, come i barbiturici e l’alcool, gli antidepressivi con i MAO-I, amfetamina ed efedrina, efedrina ed ecstasy, ecc.


 


I MAO-Inibitori sono delle sostanze il cui uso improprio può renderle estremamente pericolose. Forse è per questo che, già nella serata dedicata all’Ayahuasca, Samorini aveva mostrato un certo timore e molta prudenza, nell’affrontare l’argomento dei MAO-I, il cui utilizzo non terapeutico è relativamente nuovo, e certamente non volendo Samorini rappresentare un "promotore di novità". La loro diffusione, in continuo aumento fra i giovani, e la quasi totale mancanza di informazioni a riguardo, è tuttavia innegabile, e questo fatto rende, a mio avviso, fondamentale, il contributo di chi condivide le poche informazioni disponibili.


La MAO (Mono-Ammino-Ossidasi) è un enzima del corpo umano che controlla l’attività di alcuni neurotrasmettitori e che, nel tratto gastrico, disattiva potenziali sostanze tossiche presenti negli alimenti (le ammine). Questo enzima può essere disattivato (temporaneamente o irreversibilmente- fino a quando il corpo non costituisce nuove molecole MAO-) attraverso sostanze vegetali o sintetiche, cioè i Mao-Inibitori. L’inibizione della MAO comporta una maggiore esposizione a varie sostanze tossiche e alle droghe psicoattive.


I MAO-I infatti potenziano anche di molto gli effetti di eccitanti, empatogeni, amfetamine, efedrina e mescalina, e l’assunzione in associazione con queste sostanze, ha spesso provocato l’insorgenza di gravi crisi ipertensive. Particolarmente controindicata, è la combinazione di MAO-I con antidepressivi quali Prozac, Zoloft, ecc.


Alcune altre combinazioni si stanno diffondendo da alcuni anni fra "psiconauti", come l’assunzione di funghi psilocibinici+MAO-I ("fungohuasca" o "psilohuasca"). Gli effetti dei funghi aumentano, e il plateau si prolunga di almeno 2 ore.


Per gran parte delle droghe comuni, l’effetto potenziatore della combinazione con un MAO-I, risulta comunque un’esperienza sgradevolissima e molto rischiosa.


 


E’ riportata anche la combinazione di MAO-I (dai semi di Peganum Harmala)+LSD, come potenziatore degli effetti lisergici. In entrambi i casi, se le dosi della droga non vengono almeno dimezzate, è alto il rischio di reazioni avverse e problematiche.


 


Il seminario termina, mentre sfogliamo i numerosi e bellissimi libri della biblioteca personale di Giorgio Samorini ("Sacred Mirrors" di Alex Grey, "100 specie psicoattive" di Cristian Ratsch, "Plants of gods" di Hoffman, "The essential psychedelic guide" di DM Turner, e volumi di J. Ott, S. Grof, ecc.) , viene distribuito un questionario in cui ci vengono richieste opinioni e valutazioni sull’esperienza del percorso di lettura.


Personalmente, ho visto i partecipanti molto coinvolti, sia i numerosi operatori Sert, sinceramente e apertamente bisognosi di conoscenza, al lavoro in uno scenario in così veloce trasformazione, della cui approfondita analisi scientifica si occupano solo Samorini e pochi altri e il cui impegno ritengo particolarmente prezioso.


Molto interessato e soddifatto anche chi, come me, ha partecipato al seminario non come formazione professionale, ma mosso dal desiderio personale di conoscere ed imparare su questo tema delle modifiche allo stato di coscienza, tramite l’utilizzo di sostanze vegetali o chimiche.

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